Secondo quanto emerge dal report BEI (Banca Europea degli Investimenti) “Digitalisation in Europe 2020-2021: Evidence from the Eib Investment Survey”, l’Europa sta gradualmente recuperando terreno nei confronti degli Stati Uniti nel campo della digitalizzazione. E sebbene il divario rimanga ancora non marginale, sono già 8 i Paesi dell’Unione Europea che hanno sovra-performato rispetto agli USA nell’anno della pandemia.
Più nel dettaglio, nel 2020 il 37% delle imprese europee non aveva ancora adottato alcuna tecnologia digitale avanzata, contro il 27% degli Stati Uniti. Valutato che questo parametro è uno dei più importanti per influenzare positivamente la competitività delle imprese nel lungo termine, è evidente quanto sia cruciale cercare di colmare il gap, e tramutarlo in un differenziale positivo, quanto prima.
Tuttavia, se è pur vero che le imprese dell’Unione Europea sono ancora in ritardo rispetto alle colleghe a stelle e strisce nell’adozione e nella creazione di nuove tecnologie digitali, in Europa ci sono alcune eccellenze nel campo dell’intersezione tra tecnologie verdi e digitali.
Di fatti, il report BEI evidenzia come l’UE sia in grado di primeggiare rispetto agli USA per quota di imprese che investono nel clima e nel digitale (32% contro 28%), e come anche la quota di imprese che investono solo sul clima (ma non sul digitale) nell’UE sia quasi tre volte superiore a quella degli USA (14% contro 5%).
Di contro, il divario digitale dell’Unione Europea con gli Stati Uniti è particolarmente grave soprattutto per le imprese più piccole, quelle con meno di 50 dipendenti. In questo ambito, nell’Unione Europea il 60% delle microimprese (tra cinque e nove dipendenti) non ha implementato alcuna tecnologia digitale, mentre il 75% delle grandi imprese (con più di 250 dipendenti) è già digitale. La relazione tra le dimensioni aziendali e i tassi di adozione del digitale è, peraltro, facilmente riscontrabile in tutti i settori.